IL DISCO INTERVERTEBRALE: nomenclatura delle alterazioni degenerative del disco intervertebrale

Una tassonomia condivisa permette una corretta comunicazione tra specialisti. Queste raccomandazioni nascono dalla collaborazione tra le Società Scientifiche come la “American Spine Society”, la “American Society of Spine Radiology” e la “American Society of Neuroradiology”. 

ERNIA spostamento localizzato o focale di materiale discale oltre i limiti del normale spazio discale intervertebrale. Il materiale discale può essere il nucleo polposo, cartilagine, frammenti di osso apofisario, tessuto dell’anulus, o una loro combinazione. Lo spazio discale è definito craniocaudalmente dai piatti vertebrali e, perifericamente, dai bordi esterni delle apofisi vertebrali. Il termine ” localizzato ” o ” focale ” si riferisce all’estensione del materiale discale inferiore al 25% (90°) della circonferenza periferica del disco visto nel piano assiale. Nel valutare la forma del disco per definire un’ernia deve essere considerata anche la forma delle due vertebre adiacenti in un piano assiale. L’erniazione del disco può essere classificata in:

  • Protrusione se la distanza massima tra i bordi di materiale discale posto al di fuori del normale spazio discale è minore della distanza della base del materiale erniario che si estende fuori dallo spazio discale. (= il materiale dislocato deve estendersi per meno del 25% dello spazio discale e se si misura il massimo diametro del materiale discale dislocato si osserva che è minore della misura della base di dislocazione)

Estrusione è presente quando, in almeno un piano, qualsiasi distanza tra i bordi del materiale discale posto al di fuori del normale spazio discale è maggiore della distanza della base del materiale erniario che si estende fuori allo spazio discale oppure quando non esiste alcuna continuità tra il materiale del disco posto oltre e all’interno dello spazio discale. Quest’ultima forma di estrusione può essere ulteriormente precisata o sotto classificata in:

  1.  Sequestro: se il materiale discale dislocato ha perso completamente la continuità con il disco di origine
  2.  Migrazione: spostamento di materiale discale lontano dal sito di estrusione (= la massima misura del materiale discale dislocato è maggiore della base del materiale discale dislocato misurata nello stesso piano) 

 

Le ernie del disco possono essere ulteriormente classificate in:

 

  1. Contenute se la parte erniata è coperta dalle fibre esterne dell’anulus e/o del legamento longitudinale posteriore
  2. Non contenute quando tale copertura è assente

Se i margini della protrusione discale sono lisci su tagli assiali alla TC o alla RMN l’ernia è probabilmente contenuta dal legamento longitudinale posteriore e, probabilmente, da qualche fibra superficiale e posteriore dell’anulus. Se il margine posteriore della protrusione discale è irregolare è probabile, invece, che l’ernia sia non contenuta.

Ernia discale di Schmorl: erniazione del disco in direzione cranio-caudale attraverso un’apertura nel piatto del corpo vertebrale

BULGING (rigonfiamento) presenza di tessuto discale che si estende oltre i bordi delle apofisi, attraverso la circonferenza del disco. Tale alterazione non è considerata una forma di ernia. Si distingue in: • Bulging simmetrico: il tessuto anulare si estende in modo simmetrico, di solito meno di 3mm, oltre i bordi delle apofisi vertebrali lungo tutta la circonferenza del disco • Bulging asimmetrico: il tessuto anulare si estende asimmetricamente oltre i bordi delle apofisi vertebrali, per un’estensione superiore al 25% della circonferenza del disco

CLASSIFICAZIONE DI PFIRRMANN DELLE DEGENERAZIONI DISCALI

RMN: sequenza T2

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