SCIATICA O RADICOLOPATIA LOMBARE

“Dottore ho male alla schiena al gluteo e giù per tutta la gamba,! Non riesco a muovermi, di notte mi formicola e vengo svegliata dai crampi muscolari, insomma non riesco a fare nulla.Non riesco neppure a salire in macchina.”

Stia tranquilla, adesso cerchiamo di capire quale parte della sua colonna vertebrale è interessata e da dove origina il dolore, quali meccanismi fisiopatologici lo generano e quali fattori lo scatenano. 

Per raggiungere questi obiettivi la sottoporremo ad una visita specialistica a cui seguiranno eventuali esami e una terapia multimodale.

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SUGGERIMENTI DI DIAGNOSI E TERAPIA

L’esame clinico del Paziente con dolore lombare non è affatto semplice e richiede un certo tempo perché vanno individuati i tessuti coinvolti, il meccanismo che genera dolore e la presenza di fattori di stimolazione. E’ quindi necessaria una visita accurata del corpo e dell’area di dolore.

I tessuti coinvolti possono essere i tessuti della colonna lombosacrale,le articolazioni posteriori (zigapofisarie), i legamenti ed i muscoli paravertebrali, il corpo vertebrale stesso o il disco intervertebrale, la dura madre che riveste le strutture nervose, ma soprattutto le radici lombosacrali.

Il meccanismo che genera dolore può essere una condizione di flogosi acuto o cronica della radice nervosa e dei tessuti intorno, ma anche una instabilità vertebrale che porta a danno della radice.

 I fattori di stimolazione sono molteplici e vanno dal tipo di attività e di lavoro svolti, dal peso corporeo e da eventuali alterazioni scoliotiche della colonna, da traumi precedenti e cosi via.

Talvolta il dolore che il Paziente sente non origina dai tessuti della colonna ma dai visceri addominali o da altri tessuti che coinvolgono le vie nervose quando hanno già lasciato la colonna e decorrono verso l’arto inferiore.

Possono essere necessari ulteriori accertamenti radiologici se quelli già effettuati non sono recenti  o non chiari. Le immagini da sole, senza una visita, non sono affatto sufficienti a dire dove e perché c’è dolore, ma confermano il sospetto clinico e sono utili per la decisione di percorsi chirurgici.

Il danno della radice spinale richiede sicuramente una valutazione neurofisiologica accurata ma non si deve sottovalutare l’esame clinico delle sensibilità nella zona di dolore e nel territorio di innervazione delle radici. Ricordo che la fatidica elettromiografia è un esame che studia le vie motorie e non le vie della sensibilità cutanea e nocicettiva. Non è quindi un esame che rivela un danno delle vie sensitive.

In genere quando il Paziente giunge da noi ha già assunto numerosi farmaci di varia natura senza successo o con un successo temporaneo. A volte però i farmaci vengono prescritti e assunti senza una precisa strategia terapeutica. La “Terapia combinata” utilizza farmaci ad azione antinfiammatoria (coMe i cosiddetti FANS e COX2 – Diclofenac, Ibuprofene, Etercoxib e altri ancora), ma soprattutto i coeticosteroidi (Desametasone, betametasone, ecc.) associati ad analgesici veri e propri come il Paracetamolo o i vari oppioidi, dal tramadolo al Tapentadolo, dalla Buprenorfina all’Oxicodone o alla Morfina.

Ma attenzione che la terapia farmacologica non è la soluzione definitiva ma uno strumento utile per ridurre il dolore per capire come procedere con una terapia multimodale dove la riabilitazione e le tecniche antalgiche mininvasive giocano il ruolo dominante.

L’indicazione nasce dai dati dell’esame clinico e dal risultato della terapia farmacologica e riabilitativa.

Si distinguono.

  • I Blocchi selettivi eseguiti sotto fluoroscopia
    1. Peridurali interlaminari e transforaminali sotto fluoroscopia
  • La periduroscopia
  • La neuromodulazione a radiofrequenza del ganglio della radice spinale